Street art e diritti: Krayon e la Gay Help Line

 

credits: https://romah24.com/


Negli ultimi vent'anni le nostre città si sono popolate di opere di street art che hanno contribuito non solo a generare una miglioria estetica dell'ambiente urbano, ma sempre più spesso sono state usate come veicolo di messaggi sociali e riqualificazione di zone periferiche. 


Krayon e la Gay Help Line

A Roma, all’uscita della stazione della metro B fermata Jonio è stato realizzato un murale raffigurante un bacio tra due donne. Il murale, in pixel art, è opera dell’artista Krayon, celebre proprio per questa tecnica. Come un moderno mosaico, l’opera è costituita da elementi di base, i pixel appunto, che vengono combinati a creare una figura complessa che può essere apprezzata solo da una certa distanza dalla quale sia possibile cogliere l’immagine nel suo complesso. Il lavoro è stato ideato per la Gay Help Line con l’approvazione del Municipio III di Roma Capitale e realizzato con la collaborazione dell’agenzia Zon Productions.

L’immagine di due donne colte un attimo prima di un bacio è accompagnata dal numero della Gay Help Line, contact center che si occupa di fornire sostegno alle vittime di omotransfobia. L’idea sottesa alla realizzazione dell’opera è di rendere ben visibile il numero della linea d’aiuto, affinché il maggior numero di persone ne sia informato e possa usufruirne. Il messaggio “non sei solo” riecheggia forte nel lavoro di Krayon. Il murale è dunque a tutti gli effetti un’opera pubblica che serve a rendere un servizio alla comunità e contribuisce a “normalizzare” (= far entrare nell’imaginario collettivo) l’immagine delle coppie omosessuali, fornendone la rappresentazione adeguata che in Italia manca. D’altra parte, è proprio uno dei responsabili della Gay Help Line e curatore di questo lavoro, Pietro Turano ad aver contribuito in un altro campo, quello dello spettacolo, a colmare il vuoto di rappresentazione di personaggi omosessuali liberi da stereotipi con la sua interpretazione di Filippo Sava nella serie televisiva SKAM Italia.

Il lavoro di Krayon è solo l’ennesima testimonianza di come la street art sia al servizio delle comunità in diversi modi: contribuendo alla riqualificazione di quartieri, immortalando e celebrando personaggi della tradizione locale, diffondendo strumenti per la tutela delle minoranze, come in questo caso.

I lavori più celebri di street art in Italia sono certamente quelli di Jorit Agoch, artista napoletano di madre olandese. Celeberrimo è il suo San Gennaro all’ingresso del quartiere Forcella di Napoli, noto soprattutto come piazza di spaccio. In un’intervista, Jorit scherzando sul nome di una pizzeria situata proprio vicino al San Gennaro e aperta dopo la sua realizzazione, chiamata “Il Miracolo”, sosteneva che forse la sua opera potesse essere considerata un vero e proprio miracolo tanto da aver incentivato l’apertura di esercizi in una zona considerata pericolosa.

Il lavoro di Jorit si concentra proprio sulla riqualifica di contesti periferici considerati malfamati, a rischio, portandoli al centro dell’attenzione collettiva con i suoi graffiti e donando loro un nuovo aspetto e una funzione culturale. Quartieri come Barra, San Giovanni, ospitano i volti della Human Tribe di Jorit, divenendo il luogo di celebrazione di grandi personalità, come Martin Luther King o Maradona, ma anche di persone comuni che prestano il volto a messaggi sociali, come "I sogni dei bambini". 

La Street Art di questa portata è ormai diventata un elemento sempre più presente nei piani di rigenerazione urbana o anche solo di rinnovamento urbanistico. Essa è un mezzo popolare, che dà voce ai sentimenti e alle rivendicazioni della comunità e diventa essa stessa strumento e occasione di rinnovamento sociale.


Commenti

Post popolari in questo blog

Giappone: il Cambiamento Coraggioso che rivoluziona il sistema educativo

Nomadi Digitali: chi sono e che prospettive hanno

"Firenze città in svendita": il sindaco Nardella querela Tomaso Montanari