Centro Teatro Spazio: a rischio chiusura il teatro di Troisi

 

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È a rischio chiusura il Centro Teatro Spazio di San Giorgio a Cremano, comune della Provincia di Napoli. Il teatro è noto per essere stato il luogo dove il celebre attore Massimo Troisi ha iniziato la sua carriera.

Storia

Il teatro è stato fondato nel 1972 da un burattinaio sangiorgese, Renato Barbieri, che cercava di coinvolgere i ragazzini delle zone limitrofe nei suoi spettacoli. Tra questi vi era proprio Massimo Troisi, che qui mosse i primi passi della sua carriera attoriale. Ed è proprio nello stesso teatro che, nel 1976, vide la nascita uno degli spettacoli cult del repertorio napoletano e nazionale, La Smorfia, messa in scena dal trio Troisi, Arena, Decaro. Come ricorda il direttore Vincenzo Borrelli, fu proprio Troisi tra i fondatori del “Centro Teatro Spazio” propriamente detto. 

I fatti

Il Centro Teatro Spazio oggi è gestito dalla ONLUS Accademia Uno Spazio per il Teatro ETS e diretto dall’attore Vincenzo Borrelli. Punto di riferimento per i giovani del vesuviano, il piccolo teatro è stato costretto come tutti alla chiusura a cause delle misure di contenimento della pandemia da Covid-19. Ma dopo un anno sono arrivati al collasso: nonostante avessero cercato di pagare bollette e affitto nel periodo pandemico, l’arrivo della tassa sulla spazzatura dal valore di circa duemila euro è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. La delusione e il disappunto del direttore e della vicepresidente dell’associazione, Cristina Ammendola, scaturiscono soprattutto dall’essere stati lasciati soli dall’amministrazione comunale, nonostante le promesse fatte, e nonostante il teatro sia nei fatti un luogo storico-culturale ma per il cui riconoscimento non sia mai arrivata una delibera.

Non vi riempite la bocca che questa è la città di Massimo Troisi” dice in un’intervista Cristina Ammendola, “Se non ci valorizzate almeno non ci affossate”. Le sue parole sono emblematiche e quanto mai adatte alla situazione se si pensa che nella stessa città, da un lato c’è il Centro Teatro Spazio che rischia la chiusura nell’indifferenza generale, mentre dall’altro l’amministrazione comunale celebra Troisi dedicandogli panchine decorate con vignette di un giovane artista sangiorgese.

 

La vicenda del Centro Teatro Spazio è esplicativa delle ingenti difficoltà in cui il settore dello spettacolo dal vivo versa. In particolare, i teatri, sono stati costretti a una chiusura prolungata e colpiti dalla beffa di una riapertura preannunciata ma poi mai avvenuta a causa delle mutate condizioni della diffusione della pandemia. Riapertura annunciata dal ministro Franceschini a partire dal 27 Marzo in zona gialla (che però è stata abolita a livello nazionale, esclusa la Sardegna) che suonava già come un contentino e che non aveva convinto molti operatori del settore. 

Era stato un altro teatro napoletano, il Nuovo Teatro Sanità a spiegare perché ai piccoli teatri le condizioni della riapertura non avrebbero giovato ma che anzi, guardando i numeri, sarebbe convenuto rimanere chiusi. In un post su Facebook, si mostra che la riapertura con capienza al 25%, per un piccolo teatro come quello della Sanità, che conta 90 posti, significa avere come capienza massima poco più di 20 spettatori. Contando un prezzo di biglietto pari a 12 euro, il teatro ricaverebbe circa 276 euro lordi, ai quali sottratta la SIAE (76,18 euro) e il contributo alla compagnia ospite (70%), il teatro ricava 59 euro LORDI, ai quali vanno sottratte le imposte. Alla luce di questi numeri, è chiaro che i piccoli teatri (per i quali non sono previsti ristori) sono quelli a riscontrare le difficoltà maggiori a fronte di uno scenario di per sé catastrofico. Il post del Nuovo Teatro Sanità si conclude con una sentenza a dir poco cruda ma quasi inevitabile dopo un'analisi così impietosa: "Scusate se pensiamo che in futuro ci saranno meno piccoli teatri [...]"

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