Disparità di genere sul lavoro: numeri e interpretazioni

Fonte: freepick.com 


Nel panorama occupazionale italiano non c’è spazio per le donne, a guidarne il futuro saranno gli uomini. 

È lo scenario che prospettano gli ultimi dati pubblicati dall’Istat:  
444mila, i posti di lavoro persi nell’ultimo anno. 
101mila solo nel mese di Dicembre, di cui 99mila ricoperti da donne. 

Una corretta interpretazione richiede una segmentazione dell’informazione:
La diminuzione dell’occupazione, nello specifico, si concentra nel settore terziario e risulta particolarmente importante per il comparto di alberghi, ristorazione e servizi domestici alle famiglie, coinvolgendo soprattutto le donne, italiane e straniere, che in questo settore agiscono e interagiscono particolarmente.

Qual è la situazione attuale in Italia 

L’Italia registra il risultato peggiore sulla disparità di genere nel panorama europeo, con un valore pari a circa 18 punti su una media europea di 10.

Le criticità connesse al gap di genere sono state evidenziate con forza dalla crisi sanitaria attuale: basta osservare il tasso di occupazione femminile registrato nella primavera 2020, calato al 48,4% contro il 66,6% di quello maschile, registrando quindi una diminuzione superiore a quella degli uomini (2,2 contro 1,6 punti).

Va specificato che le differenze nei tassi di occupazione tra uomini e donne risultano maggiori tra le persone che vivono in famiglia con figli (28,5 punti), seguite da quelle in coppia senza figli (23,1 punti) e dai residenti nel Mezzogiorno (23,5 punti). 

E ancora, il gap si è ampliato ulteriormente, a causa della crisi sanitaria, nelle donne con età compresa tra i 15 e i 34 anni: 
22,8 punti se in coppia senza figli, 
45,8 punti se genitore. 

Dati allarmanti, che restituiscono una diffusa preoccupazione sul mercato del lavoro presente e futuro. 

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